Ecco come promesso nel post precedente, altre impressioni sulla serata di ieri, dedicata ai giovani.
Il primo a parlare è stato Valdo Spini, la cui locandina riporta i complimenti niente meno che di Andreotti, e ha iniziato con una digressione su Firenze capitale. Degno di nota il voler portare a Firenze grandi mostre, un po’ meno il fatto che leggesse il discorso. Ho trovato infine poco adatto al tema giovani sia il linguaggio che alcuni riferimenti da politico di vecchia data, con tanto di chiusura in latino, ma sono opinioni più che soggettive.
Il secondo candidato sindaco è stato Bonafede, il giovane grillino che ha esordito attaccando la stampa, rea di non aver dato sufficiente visibilità alla lista Firenze a 5 stelle. Mi è piaciuto quando ha parlato della necessità di offrire luoghi di aggregazione per i giovani che non siano solo discoteche e locali e della necessità di investire sui nuovi settori economici che possano portare posti di lavoro.
Razzanelli ha parlato per terzo e come ci aspettavamo ha parlato di tramvia. Inizia il discorso ricordando quando da bambino andava con la nonna al mercato di San Lorenzo e auspica un ritorno a una Firenze migliore. Per farlo propone una lista civica senza partiti e sottolinea l’importanza del referendum contro la tramvia. Afferma anche la criticità di insegnare educazione civica e si dimostra sensibile al tema della sicurezza: parla del problema delle ragazze che da sole non possono più uscire la sera. Conclude sostenendo l’importanza di abolire la ZTL notturna.
Marco Carraresi è il quarto candidato sindaco a parlare di giovani, ma lo fa dichiarando la sua estraneità “preferirei non parlare di giovani, ma di anziani”, anche perchè emerge che il numero dei giovani sotto i 20 anni a Firenze sia esattamente la metà degli over 65 anni. Sottolinea il dato di una città come Firenze che ha visto in 25 anni calare la sua popolazione di 100.000 residenti, ad esclusione degli extracomunitari.
Giovanni Galli parla per quinto e lo fa proponendo un concorso per i writer imbrattamuri del centro, e offrendo loro un muro per potersi scatenare ed esprimere.
Parla poi di famiglia tradizionale da sostenere, di lavoro (ma non tutti i ragazzi devono studiare), e di formazione.
Infine, per ultimo, parla Matteo Renzi che rifiuta la logica del giovanilismo, ovvero dell’inquadramento nel bene e nel male dei “gggiovani” con unico parametro il requisito anagrafico. Matteo parla di giovani che soffrono di solitudine, di poco inserimento nella società, di un desiderio di allontanamento dalla città (da una ricerca della provincia di Firenze metà degli studenti delle scuole superiori vorrebbe vivere altrove. Di questi il 20% vorrebbe vivere a Torino!).
Parla della necessità di incentivare le occasioni di partecipazione (come la lista Facce Nuove), di meritocrazia, di coinvolgimento dei talenti.
Parla anche di cultura: investire sulla cultura contemporanea, rivendicare spazi di bellezza per tutti, vedere la cultura anche come produzione e non soltanto come usufrutto. E di recupero: degli spazi abbandonati, dell’Arno, delle Cascine.
Dopo gli interventi sono arrivate le domande. Se riesco ne riporto qualcuna nel prossimo post.